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Abbecedario

 



A – Autostereogramma, stereogramma a singola immagine, realizzato per creare una illusione ottica tridimensionale da un'immagine bidimensionale, nel cervello umano.

B – Brewster, colui che perfezionò lo stereoscopio originale di Wheatstone.

C – Charles Wheatstone, inventore dello stereoscopio.

D – Devil, seconda parola del titolo del film “Buana Devil”, film tridimensionale girato con cinepresa binoculare e impressione sincronizzata su due rulli di pellicole, un sistema derivante dallo stereoscopio.

E – Effetto Pulfrich, illusione ottica per la quale un oggetto che si muove in un piano parallelo alla fronte dell'osservatore sembra muoversi al di fuori di tale piano, avvicinandosi o allontanandosi a seconda delle condizioni. Si manifesta solo se l'immagine che raggiunge un occhio è meno luminosa rispetto a quella che raggiunge l'altro.

F – Francobolli stereoscopici, un particolare tipo di francobolli che sfruttavano la tecnologia dello stereoscopio.

G – Gruber, inventore del visore stereoscopico View-Master.

H – HTC Evo 3D, uno degli unici 2 smartphone del mondo ad utilizzare una tecnologia stereoscopica.

I – Immagine anaglifica, stereogramma, che, se osservato mediante appositi occhiali dotati di due filtri di colore complementare l'uno rispetto all'altro (blu e rosso solitamente), fornisce una illusione di tridimensionalità.

L – Libera visione stereoscopica, capacità innata di visualizzare uno stereogramma senza usufruire di uno stereoscopio, "incrociando" o "divergendo" gli occhi, prima od oltre il piano reale di osservazione.

M – Microscopio binoculare, strumento che sfrutta la tecnologia stereoscopica che consente di vedere il mondo microscopico in tridimensionalità.

N – Nipkow, inventore del disco di Nipkow, dispositivo meccanico a disco che analizza e riproduce le immagini sfruttando il funzionamento dello stereoscopio.

O – Ortostereoscopio, stereoscopio utilizzato raramente per l'osservazione di radiografie stereoscopiche in ambito medico ortodontico.

P – Prassinoscopio, dispositivo ottico che permette la proiezione di immagini, disegni, animati. Si tratta di una evoluzione dello zootropio creata verso la fine del 1800.

Q – “Quando il cinema non c'era. Storie di mirabili visioni, illusioni ottiche e fotografie animate”, libro scritto da Donata Pesenti Campagnoni del 2007.

R – RealD Cinema, tecnologia di proiezione stereoscopica tridimensionale che necessita di un solo proiettore digitale e richiede allo spettatore solo di indossare un paio di occhiali con lenti a polarizzazione circolare.

S – Stereogramma, immagine che sfrutta la tecnologia dello stereoscopio

T – True-Vue, altro visore famoso oltre a View-Master

U – “U2 3D”, film concerto del 2008, del gruppo rock irlandese U2, creato per sperimentare un nuovo tipo di tecnologia 3D.

V – View-Master, sistema stereoscopico più famoso

Z – Zootropio, dispositivo ottico per visualizzare immagini, disegni, in movimento, inventato da William George Horner nel 1834.

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Il manuale d'uso

  Prima di discutere il funzionamento dello stereoscopio, è necessario ricordare come funziona il processo di acquisizione di un’immagine nel cervello . Ognuno dei due occhi trasmette al cervello un’immagine, con un’ angolatura leggermente diversa dall’altro. Il cervello poi confronta la due immagini ed elabora la distanza tra il punto di osservazione e l’oggetto. Lo stereoscopio sfrutta questo meccanismo artificialmente . Vengono infatti utilizzate fotocamere a due obiettivi , che riprendono due distinte immagini di un soggetto alla stessa distanza degli occhi umani. La coppia di immagini può poi essere osservata attraverso l’utilizzo di uno stereoscopio, ottenendo una simulazione della tridimensionalità . Lo stereoscopio è infatti composto dalle due immagini , sposte lateralmente, a destra e a sinistra dell'osservatore, mentre due specchi a 45° le riflettono in direzione dell'osservatore, che, posto a una distanza adeguata dagli specchi, potrà osservare le due immagini...

In numeri

Quali sono i numeri dello stereoscopio? Fermandoci alle caratteristiche tecniche dello strumento, come trattato in questo articolo , potremmo dire che il nostro numero per eccellenza sia il 2 . Come abbiamo visto successivamente però, lo stereoscopio fu uno strumento di enorme fama a cavallo dell'Ottocento e Novecento. A questa fama infatti si sono legati numeri enormi , come i 300.000 stereoscopi prodotti dalla Underwood & Underwood annualmente e le loro 25.000 stereoscopie stampate al giorno. Personalmente ci assocerei il numero 8 che, messo per orizzontale, evidenzia le infinite possibilità su cui questo oggetto ci ha fatto affacciare.

Le parole nella storia

  Dal grafico si può vedere subito che l’utilizzo della parola “ mirror ”, ossia specchio in inglese, è molto più diffuso rispetto ai termini “ Wheatstone ”, cognome dell’inventore dello stereoscopio, e “ stereoscope ”, ossia lo stesso stereoscopio. Questo è facilmente spiegabile se si considera che gli ultimi due termini sono molto specifici e limitati nell’uso comune, mentre la parola mirror è riconducibile a moltissimi altri ambiti , sia scientifici che non. Se guardiamo solo le parole Wheatstone e stereoscope , notiamo che nell’anno 1858 c’è stato un picco di utilizzo di questi termini . In quell’anno infatti lo stereoscopio di Brewster , una versione più leggera e maneggevole dello stereoscopio di Wheastone, venne presentato all' Esposizione Universale di Londra , suscitando l'interesse della Regina Vittoria. Questo evento suscitò l’interesse del popolo nello stereoscopio , e questo spiega la popolarità di queste due parole nei libri in quell’anno . Fonte:  L...