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Le parole nella storia

 






Dal grafico si può vedere subito che l’utilizzo della parola “mirror”, ossia specchio in inglese, è molto più diffuso rispetto ai termini “Wheatstone”, cognome dell’inventore dello stereoscopio, e “stereoscope”, ossia lo stesso stereoscopio.
Questo è facilmente spiegabile se si considera che gli ultimi due termini sono molto specifici e limitati nell’uso comune, mentre la parola mirror è riconducibile a moltissimi altri ambiti, sia scientifici che non.






Se guardiamo solo le parole Wheatstone e stereoscope, notiamo che nell’anno 1858 c’è stato un picco di utilizzo di questi termini.
In quell’anno infatti lo stereoscopio di Brewster, una versione più leggera e maneggevole dello stereoscopio di Wheastone, venne presentato all'Esposizione Universale di Londra, suscitando l'interesse della Regina Vittoria.
Questo evento suscitò l’interesse del popolo nello stereoscopio, e questo spiega la popolarità di queste due parole nei libri in quell’anno.

Fonte: Link

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La normativa

 È sicuramente necessario definire una norma, delle regole , che rendano in grado ogni stereoscopio di risultare confortevole e adeguato all'utilizzo da parte di ognuno di noi. Norma numero: UNI EN ISO 9241-333:2017 Data: 07/09/2017 Stato normativo: in vigore Commissioni Tecniche: [Ergonomia] Sommario: La norma specifica i requisiti ergonomici per i sistemi di visualizzazione stereoscopica che utilizzano dispositivi ottici progettati per generare o facilitare la parallasse binoculare. Tali specifiche, indicate in termini di requisiti prestazionali, sono finalizzate a garantire all’utente condizioni visive efficaci e confortevoli, allo scopo di ridurre la fatica visiva causata dall’osservazione di immagini stereoscopiche con sistemi di visualizzazione stereoscopica che utilizzano dispositivi ottici. Fonte:  Link . Per visualizzare la norma per intero, in formato pdf o cartaceo, occorre versare 55€.

Qualcosa in più - Cose delle storie (#STEP Extra)

Sono numerosi i libri, racconti e storie che utilizzano degli oggetti per poter narrare le avventure dei propri personaggi. Uno nello specifico ha sempre colto la mia attenzione, forse per la sua particolarità . Si tratta di uno dei racconti autobiografici del gionalista Tiziano Terzani , "Un indovino mi disse" . Ad Hong Kong , nel 1976 , un indovino predisse a Terzani che nel 1993 avrebbe corso un grande rischio di morire e che avrebbe dovuto evitare in ogni modo di prendere l'aereoplano per spostarsi. Questa bizzarra profezia lo costrinse quindi a viaggiare, per un anno intero, in un' Asia di altri tempi , entrando a stretto contatto con una cultura che ormai sembra scomparire. Per quanto questo racconto sia caratterizzato dalla semplicità , sia di narrazione che dello stile di vita dello scrittore, ci sono due oggetti che sono stati sicuramente necessari per la stesura del libro: quaderni di appunti e mappe . Proprio a causa di questo ritorno alla semplicità,

I Libri

Possiamo facilmente ritrovare la fama del nostro stereoscopio riflessa nelle pubblicazioni di ogni periodo , anche molto recenti. Qui di seguito ho deciso di riportarne alcune , permettendomi di mostrarvi per prima quella riguardante anche la mia città natale: Firenze. Anton HAUTMANN, Firenze in stereoscopia, Ocatvo, 1999 Stanislao PECCI e Franco GENGOTTI, Stereofotografia.Manuale pratico per il cinema e la fotografia tridimensionale, 1920 Wim VAN KEULEN, 3DImagics. A stereoscopic Guide to the 3D Past and its Magic Images 1838-1900,3-D Books Productions, 1990 (EN) Stephen PINKER, How the Mind Works, W. W. Norton & Company, 1999 (EN) Donata Pesenti CAMPAGNONI, Quando il cinema non c'era. Storie di mirabili visioni, illusioni ottiche e fotografie animate, UTET Università, 2007 Susan BARRY, Vedere e rivedere,Biblioteca Le Scienze, 2010