Come le migliori ricette in grado di richiamare emozioni e forti sensazioni nel palato di chi assaggia il piatto, lo Stereoscopio ha i suoi "ingredienti" che lo rendono in grado di farci immergere nella realtà immortalata in una fotografia.
Partendo dallo Stereoscopio a Specchi del 1838, il primo tra tutti e per il quale abbiamo speso qualche parola nello scorso articolo, era composto da 3 semplici componenti:
- Struttura rettangolare con due quadrati posti perpendicolarmente sui rispettivi lati corti della struttura;
- Due foto quasi identiche poste sui quadrati del punto sopra;
- Due specchi posti al centro del rettangolo ed a 45 gradi rispetto al suo lato lungo, formando un angolo di 90 gradi tra di loro.
Passando poi allo Stereoscopio di Brewster, che, come già detto, può essere definito il predecessore dei moderni occhiali 3D del cinema o addirittura dei visori di realtà virtuale come l'Oculus Rift, è anche questo composto da:
- Struttura a forma di parallelepipedo trapezoidale;
- Due lenti poste in modo da accomodare gli occhi;
- Due postazioni per posizionare le immagini da osservare;
Nei prossimi articoli andremo ad analizzare come, questi ingredienti, abbiano fatto nascere un'invenzione che continua a reinventarsi dopo quasi 200 anni.
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