Passa ai contenuti principali

Qualcosa in più - Cose delle storie (#STEP Extra)

Sono numerosi i libri, racconti e storie che utilizzano degli oggetti per poter narrare le avventure dei propri personaggi.

Uno nello specifico ha sempre colto la mia attenzione, forse per la sua particolarità.
Si tratta di uno dei racconti autobiografici del gionalista Tiziano Terzani, "Un indovino mi disse".



Ad Hong Kong, nel 1976, un indovino predisse a Terzani che nel 1993 avrebbe corso un grande rischio di morire e che avrebbe dovuto evitare in ogni modo di prendere l'aereoplano per spostarsi.
Questa bizzarra profezia lo costrinse quindi a viaggiare, per un anno intero, in un'Asia di altri tempi, entrando a stretto contatto con una cultura che ormai sembra scomparire.

Per quanto questo racconto sia caratterizzato dalla semplicità, sia di narrazione che dello stile di vita dello scrittore, ci sono due oggetti che sono stati sicuramente necessari per la stesura del libro: quaderni di appunti e mappe.

Proprio a causa di questo ritorno alla semplicità, all'umiltà, è stato fondamentale per l'autore circondarsi di questi due oggetti.
Dovendo sostituire i singoli grandi spostamenti aerei, ha avuto bisogno di numerose cartine che lo guidassero attraverso l'Asia del tempo, utilizzando treni, macchine e navi.
E, non a caso, grazie a questi mezzi è riuscito a immergersi nella cultura asiatica, viverla sulla sua pelle come gli abitanti del posto.
Solo con i suoi appunti è riuscito a descriverla e poi trasmetterla a noi tramite questo meraviglioso racconto.

Commenti

Post popolari in questo blog

Gli ingredienti

 Come le migliori ricette in grado di richiamare emozioni e forti sensazioni nel palato di chi assaggia il piatto, lo Stereoscopio ha i suoi " ingredienti " che lo rendono in grado di farci immergere nella realtà immortalata in una fotografia. Partendo dallo Stereoscopio a Specchi del 1838, il primo tra tutti e per il quale abbiamo speso qualche parola nello scorso articolo , era composto da 3 semplici componenti : Struttura rettangolare con due quadrati posti perpendicolarmente sui rispettivi lati corti della struttura; Due foto quasi identiche poste sui quadrati del punto sopra; Due specchi posti al centro del rettangolo ed a 45 gradi rispetto al suo lato lungo, formando un angolo di 90 gradi tra di loro. Passando poi allo Stereoscopio di Brewster , che, come già detto , può essere definito il predecessore dei moderni occhiali 3D del cinema o addirittura dei visori di realtà virtuale come l' Oculus Rift , è anche questo composto da: Struttura a forma di parall...

Vista esplosa

 Gli ingredienti , ovvero le parti che compongono le due principali versioni dello stereoscopio, sono disposti attentamente in modo da ricreare l'illusione ottica tanto ricercata. Vediamo infatti come, nella versione di Brewster , le lettere R ed L evidenzino i due cilindri in metallo in cui la persona poggia gli occhi. Con la lettera D troviamo un piccolo sportello in grado di far entrare la luce necessaria a illuminare le immagini poste in A e B . Con S è invece etichettata una piccola lastra in legno che funge da carrello per poter inserire le due fotografie negli scompartimenti. Per finire, le lettere G e C indicano rispettivamente la struttura laterale e frontale del nostro strumento. Di seguito la rappresentazione dello stereoscopio di Wheatstone , sufficientemente trattato nel precedente articolo . Fonte: Link , Link , Link