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I protagonisti

Anticipati il periodo e l'ambiente che circondavano l'invenzione di cui parliamo in questo blog, è arrivato il momento di parlare dei suoi inventori.

Parliamo di "inventori" al plurale perchè, come spesso è accaduto nella storia, uno ha succeduto l'altro e migliorato la precedente invenzione.
Nonostante i due non si siano mai conosciuti di persona, è come se avessero lavorato in sintonia, il primo lasciando le basi per il secondo.


Sir. Charles Wheatstone, il primo ideatore dello stereoscopio, è stato un fisico ed inventore britannico.
Nato a Gloucester nel 1802, è stato sin da piccolo grande appassionato di fisica ed elettromagnetismo.
Nonostante lavorasse con l'omonimo zio in una piccola bottega di strumenti musicali, utilizzava i suoi risparmi per acquistare manuali e saggi sulla fisica.
Questi lo portarono, appunto, alla creazione dello stereoscopio nel 1832, brevettato poi nel 1838, e a ricoprire un ruolo fondamentale nello sviluppo della telegrafia.
La sua indole riservata e tranquilla non gli vietò la fama delle sue scoperte e le conseguenti lauree ad honorem di Oxford e Cambridge.


Come Wheatstone, anche Sir David Brewster è stato un fisico e inventore.
Il padre, però, aveva pensato ad un'altra vita per lui.
Nato in Scozia nel 1781, Brewster si iscrisse all'età di 12 anni all'Università di Edimburgo con la prospettiva del sacerdozio.
Anche lui si appossionò però velocemente alla fisica, in particolare alla diffrazione della luce, per cui nel 1799 iniziò a pubblicare vari articoli su Phisical Transaction, rivista scientifica della Royal Society di Londra.
Nel 1815 riscoprì il caleidoscopio, riportandolo in voga, e nel 1849, finalmente, mise mano all'invenzione di Wheatstone migliorandola e dandole la forma su cui poi saranno sviluppati i modelli futuri.

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Il manuale d'uso

  Prima di discutere il funzionamento dello stereoscopio, è necessario ricordare come funziona il processo di acquisizione di un’immagine nel cervello . Ognuno dei due occhi trasmette al cervello un’immagine, con un’ angolatura leggermente diversa dall’altro. Il cervello poi confronta la due immagini ed elabora la distanza tra il punto di osservazione e l’oggetto. Lo stereoscopio sfrutta questo meccanismo artificialmente . Vengono infatti utilizzate fotocamere a due obiettivi , che riprendono due distinte immagini di un soggetto alla stessa distanza degli occhi umani. La coppia di immagini può poi essere osservata attraverso l’utilizzo di uno stereoscopio, ottenendo una simulazione della tridimensionalità . Lo stereoscopio è infatti composto dalle due immagini , sposte lateralmente, a destra e a sinistra dell'osservatore, mentre due specchi a 45° le riflettono in direzione dell'osservatore, che, posto a una distanza adeguata dagli specchi, potrà osservare le due immagini...

In numeri

Quali sono i numeri dello stereoscopio? Fermandoci alle caratteristiche tecniche dello strumento, come trattato in questo articolo , potremmo dire che il nostro numero per eccellenza sia il 2 . Come abbiamo visto successivamente però, lo stereoscopio fu uno strumento di enorme fama a cavallo dell'Ottocento e Novecento. A questa fama infatti si sono legati numeri enormi , come i 300.000 stereoscopi prodotti dalla Underwood & Underwood annualmente e le loro 25.000 stereoscopie stampate al giorno. Personalmente ci assocerei il numero 8 che, messo per orizzontale, evidenzia le infinite possibilità su cui questo oggetto ci ha fatto affacciare.

Le parole nella storia

  Dal grafico si può vedere subito che l’utilizzo della parola “ mirror ”, ossia specchio in inglese, è molto più diffuso rispetto ai termini “ Wheatstone ”, cognome dell’inventore dello stereoscopio, e “ stereoscope ”, ossia lo stesso stereoscopio. Questo è facilmente spiegabile se si considera che gli ultimi due termini sono molto specifici e limitati nell’uso comune, mentre la parola mirror è riconducibile a moltissimi altri ambiti , sia scientifici che non. Se guardiamo solo le parole Wheatstone e stereoscope , notiamo che nell’anno 1858 c’è stato un picco di utilizzo di questi termini . In quell’anno infatti lo stereoscopio di Brewster , una versione più leggera e maneggevole dello stereoscopio di Wheastone, venne presentato all' Esposizione Universale di Londra , suscitando l'interesse della Regina Vittoria. Questo evento suscitò l’interesse del popolo nello stereoscopio , e questo spiega la popolarità di queste due parole nei libri in quell’anno . Fonte:  L...