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Le emozioni del cinema

Come anticipato nello scorso articolo, il 1800 fu un anno di grandissime scoperte.
Tra queste, quella che ha definito gran parte dell'intrattenimento dei nostri giorni è il cinema, nel 1895, dei fratelli Lumiere.

L'invenzione portò subito molto stupore nel pubblico tant'è che, nella celeberrima scena del treno, quando gli spettatori si videro proiettare una locomotiva in arrivo alla stazione, scapparono pensando fosse reale.


Divenne in Italia famosa, grazie a Paolo Villaggio, la scena in "Superfantozzi" del 1986 in cui venne ripreso il fatto appena raccontato del film dei Fratelli Lumiere.



Emozioni.
Le immagini e le pellicole hanno sempre avuto l'obiettivo di suscitare nello spettatore delle forti emozioni
Inizialmente molto facile, data appunto la novità che la proiezione di una pellicola portava con sé, ma col tempo si è sentita la necessità di innovazione.
È proprio in questo caso che entra in scena un successore nel nostro stereoscopio: gli occhiali 3D.

Questi, solitamente con una lente blu ed una rossa, seguivano esattamente lo stesso meccanismo dello stereoscopio e rendevano lo spettatore in grado di poter vedere il film proiettato tridimensionalmente.

Gli anni di lancio dei film 3D al grande pubblico fu all'inizio degli anni cinquanta, per poi essere riportati in voga varie volte fino ai giorni nostri.

Alcuni delle pellicole 3D più famose: Avatar (2009), Lo squalo 3 (1983), Hondo (1953), Viaggio al centro della terra (2008), The amazing Spiderman (2012).


È molto interessante notare quanto Avatar, secondo film di sempre per incassi, si sia ispirato in molte scene ad alcune immagini stereoscopiche del passato.




Fonti: Link, Link, Link, Link, Link


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Il manuale d'uso

  Prima di discutere il funzionamento dello stereoscopio, è necessario ricordare come funziona il processo di acquisizione di un’immagine nel cervello . Ognuno dei due occhi trasmette al cervello un’immagine, con un’ angolatura leggermente diversa dall’altro. Il cervello poi confronta la due immagini ed elabora la distanza tra il punto di osservazione e l’oggetto. Lo stereoscopio sfrutta questo meccanismo artificialmente . Vengono infatti utilizzate fotocamere a due obiettivi , che riprendono due distinte immagini di un soggetto alla stessa distanza degli occhi umani. La coppia di immagini può poi essere osservata attraverso l’utilizzo di uno stereoscopio, ottenendo una simulazione della tridimensionalità . Lo stereoscopio è infatti composto dalle due immagini , sposte lateralmente, a destra e a sinistra dell'osservatore, mentre due specchi a 45° le riflettono in direzione dell'osservatore, che, posto a una distanza adeguata dagli specchi, potrà osservare le due immagini...

In numeri

Quali sono i numeri dello stereoscopio? Fermandoci alle caratteristiche tecniche dello strumento, come trattato in questo articolo , potremmo dire che il nostro numero per eccellenza sia il 2 . Come abbiamo visto successivamente però, lo stereoscopio fu uno strumento di enorme fama a cavallo dell'Ottocento e Novecento. A questa fama infatti si sono legati numeri enormi , come i 300.000 stereoscopi prodotti dalla Underwood & Underwood annualmente e le loro 25.000 stereoscopie stampate al giorno. Personalmente ci assocerei il numero 8 che, messo per orizzontale, evidenzia le infinite possibilità su cui questo oggetto ci ha fatto affacciare.

Le parole nella storia

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