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In conclusione (STEP #28, Sintesi finale)

Lo stereoscopio: durante il viaggio che abbiamo percorso nella lettura del blog, abbiamo notato quanto questo strumento abbia fatto suoi i più disparati concetti (STEP #27, La mappa concettuale), entrando così a far parte della vita di centinaia di migliaia di persone.

In un periodo di grandi scoperte, innovazione ed emotività (STEP #4, La scienza), viene inventato uno strumento rivoluzionario, in grado di far rivivere qualsiasi immagine (STEP #1, Il nome).

Tanto semplice quanto incredibile (STEP #5, Il principio fisico), il suo funzionamento si basa sull'illusione ottica, interpetata dal nostro cervello, di piccole immagini stampate (STEP #26, La chimica e gli strumenti scientifici).
I suoi due inventori, Wheatstone e Brewster (STEP #9, Gli inventori), attraverso le loro versioni della macchina stereoscopica (STEP #2, L'immagine) architettarono un sistema di specchi, lenti ed immagini (STEP #3, Un glossario), disposti secondo un preciso schema (STEP #16, Anatomie), istruzioni (STEP #22, Un manuale d'uso) e regole (STEP#23, La normativa), con cui una persona potesse percepire come reale, quindi tridimensionale, un'immagine che in realtà non lo era.

Nonostante possiamo cercare di classificare l'invenzione secondo il suo albero tassonomico (STEP #13, La tassonomia), questa rimane comunque unica per la sua evoluzione nel tempo (STEP #8, I materiali).

L'uomo ha sempre ricercato l'illusione ottica (STEP #6, il simbolo), ha lottato con la prospettiva, spesso vincendo e talvolta fantasticandoci utilizzandola in storie e miti (STEP #7, il mito).

Lo stereoscopio si è proprio posto questo obiettivo: offrire una nuova prospettiva.

Possiamo considerarlo come l'antenato di tutte le più famose forme di intrattenimento dei nostri tempi (STEP #12, Nel cinema), proponendosi come un'estensione della propria fantasia (STEP #14, La pubblicità), come una nuova maniera di vivere i posti lontani (STEP #18, il francobollo), come un modo rivoluzionario di passare il tempo e svagarsi (STEP #21, Nei fumetti).

Questa sua unica proprietà gli consentì di riscuotere enorme fama, riscontrabile nel numero di pubblicazioni in cui è presente, che risalgono fino ad oggi (STEP #10, I libri), nei molteplici costruttori che decisero di dedicare le proprie aziende alla sua produzione (STEP #11, I costruttori), nei numeri che lo definiscono (STEP #15, I numeri) e nell'uso nel tempo delle parole che lo caratterizzano (STEP #24, Le parole nella storia).
Tale fama è verificabile sicuramente anche nei vari brevetti riconducibili al nostro strumento (STEP #17, I brevetti) e nella quantità di campi diversi che questo è riuscito a raggiungere (STEP #19, L'abbecedario).

Al pari delle rivoluzioni e innovazioni dei nostri tempi (STEP #25, Cose personali), lo stereoscopio è riuscito a entrare nella vita quotidiana dell'epoca e a dare il via a uno sviluppo dell'intrattenimento senza precedenti.

"ll vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi"

Con questa frase Proust ci invita non alla scoperta ma alla riscoperta, non al cambio di soggetto ma di prospettiva.

E allora, dopo questo bellissimo percorso fatto insieme non mi resta che consigliarvi di utilizzare, anche solo per una volta, lo stereoscopio e augurarvi Buon Viaggio.

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La normativa

 È sicuramente necessario definire una norma, delle regole , che rendano in grado ogni stereoscopio di risultare confortevole e adeguato all'utilizzo da parte di ognuno di noi. Norma numero: UNI EN ISO 9241-333:2017 Data: 07/09/2017 Stato normativo: in vigore Commissioni Tecniche: [Ergonomia] Sommario: La norma specifica i requisiti ergonomici per i sistemi di visualizzazione stereoscopica che utilizzano dispositivi ottici progettati per generare o facilitare la parallasse binoculare. Tali specifiche, indicate in termini di requisiti prestazionali, sono finalizzate a garantire all’utente condizioni visive efficaci e confortevoli, allo scopo di ridurre la fatica visiva causata dall’osservazione di immagini stereoscopiche con sistemi di visualizzazione stereoscopica che utilizzano dispositivi ottici. Fonte:  Link . Per visualizzare la norma per intero, in formato pdf o cartaceo, occorre versare 55€.

Qualcosa in più - Cose delle storie (#STEP Extra)

Sono numerosi i libri, racconti e storie che utilizzano degli oggetti per poter narrare le avventure dei propri personaggi. Uno nello specifico ha sempre colto la mia attenzione, forse per la sua particolarità . Si tratta di uno dei racconti autobiografici del gionalista Tiziano Terzani , "Un indovino mi disse" . Ad Hong Kong , nel 1976 , un indovino predisse a Terzani che nel 1993 avrebbe corso un grande rischio di morire e che avrebbe dovuto evitare in ogni modo di prendere l'aereoplano per spostarsi. Questa bizzarra profezia lo costrinse quindi a viaggiare, per un anno intero, in un' Asia di altri tempi , entrando a stretto contatto con una cultura che ormai sembra scomparire. Per quanto questo racconto sia caratterizzato dalla semplicità , sia di narrazione che dello stile di vita dello scrittore, ci sono due oggetti che sono stati sicuramente necessari per la stesura del libro: quaderni di appunti e mappe . Proprio a causa di questo ritorno alla semplicità,

I Libri

Possiamo facilmente ritrovare la fama del nostro stereoscopio riflessa nelle pubblicazioni di ogni periodo , anche molto recenti. Qui di seguito ho deciso di riportarne alcune , permettendomi di mostrarvi per prima quella riguardante anche la mia città natale: Firenze. Anton HAUTMANN, Firenze in stereoscopia, Ocatvo, 1999 Stanislao PECCI e Franco GENGOTTI, Stereofotografia.Manuale pratico per il cinema e la fotografia tridimensionale, 1920 Wim VAN KEULEN, 3DImagics. A stereoscopic Guide to the 3D Past and its Magic Images 1838-1900,3-D Books Productions, 1990 (EN) Stephen PINKER, How the Mind Works, W. W. Norton & Company, 1999 (EN) Donata Pesenti CAMPAGNONI, Quando il cinema non c'era. Storie di mirabili visioni, illusioni ottiche e fotografie animate, UTET Università, 2007 Susan BARRY, Vedere e rivedere,Biblioteca Le Scienze, 2010